Venerdì 6 Dicembre 2024

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La superfinanza vive della morte della Politica

Tutti a ridicolizzare, nelle più svariate forme, un ministro della fantomatica Repubblica Italiana, tale Lamorgese, per la stratosferica castroneria detta per giustificare gravissimi atti di violenza da parte delle cosiddette “Forze dell’Ordine” (ormai possiamo definirlo Deep Order) contro pacifici cittadini che manifestavano in base a quanto garantito dalla stessa Costituzione “più bella del mondo”. E fanno bene a ridicolizzarla, ovviamente. Ma pochi poi ridicolizzano colui con il quale, senza alcun’ombra di dubbio, tale Lamorgese si è consultata prima di sparare ai quattro venti, nello stesso Parlamento, la surreale castroneria. Pochi comprendono che tutto quanto sta avvenendo è una strategia della tensione che in Italia è cosa vecchia come il cucco. Pochi riflettono sul fatto che il primo governo dell’uomo forte della finanza sovranazionale, del “Deus ex machina” calato dall’alto, tra gli applausi di tutti nessuno escluso, per la progressiva silente ma efficace instaurazione della dittatura in Italia, è costituito da nullità politiche messe alla guida dei gangli vitali dello Stato (specie nel contesto attuale), e sorretto quotidianamente da colui che, mentre eleva le sue proteste contro la Lamorgese, dice di avere fiducia cieca in Draghi o da colei che tuona ogni giorno contro questo governo per poi candidare Draghi al Quirinale. È pazzesco, lo sappiamo… Eppure così è. Ma questo è perfettamente logico, dal punto di vista dei veri padroni dell’Italia in sfacelo. Ogni dittatore ha bisogno dell’apporto di nullità assolute, sia al suo fianco, sia in Parlamento che nel ruolo della finta opposizione. Se guardassimo la storia delle dittature moderne, vedremmo che questo è ciò che è sempre accaduto, da parte di ogni dittatore, a partire dai più mostruosamente celebri. Mentre nei governi della Cristianità, come anche a Roma antica o nelle Poleis greche, si tendeva alla ricerca dei migliori (oi àristoi), proprio al fine del buon governo e del lustro stesso dello Stato (eccezion fatta, e non a caso, dei tiranni più biechi), nelle dittature totalitarie successive alla Rivoluzione Francese, a Rousseau e a Hegel e Marx, il dittatore è uomo solo che salva la “patria” dagli idioti e dai traditori. Per questo ha bisogno di idioti e traditori, a seconda del momento storico, così come i mercanti di armi hanno bisogno di guerre e le case farmaceutiche di malati e virus. Nel caso però che stiamo vivendo, la situazione è ancora più grave. Draghi è un uomo, anzi forse l’uomo per eccellenza, della sinarchia burocratico-funzionalista della superfinanza apolide. È un “funzionario”, attivo, spietato, pratico, infaticabile, come richiesto proprio dai meccanismi intrinseci del mondo finanziario e mondialista. Questo mondo non prevede geni politici, eroi combattenti, furbacchioni machiavellici. Perché la superfinanza vive della morte della Politica. Questi burocrati sono in fondo dei veri e propri parassiti, che divorano tutti coloro che hanno intelligenza teorica, intuitiva, soprattutto culturale e anche ideologica (lasciamo stare l’aspetto spirituale e morale), esattamente come le nullità politiche che da decenni governano in Occidente uccidono gli intellettuali liberi e gli uomini di cultura, a meno che non si pieghino totalmente alle loro esigenze, come avviene costantemente in Italia con tutto il “ceto” degli intellettuali e docenti (e, in alcuni casi, non li sopportano nemmeno quando si piegano a baciare i loro piedi, come avviene nel cosiddetto “centro-destra”, perché il livello culturale generale è appunto quello delle capre e delle banane). Ecco perché costoro possono dire liberamente tali castronerie, perché non hanno alcuna dignità né intellettiva, né morale, tanto meno culturale (figuriamoci spirituale). Non si tratta solo del frutto maturo del più colossale inganno della storia universale, ovvero della democrazia liberale: è qualcosa di più. È il frutto maturo del funzionalismo asettico della superfinanza, che vuole infaticabili, intelligenti, ma assolutamente silenti e obbedienti, funzionari, che come robot telecomandati eseguono gli ordini ricevuti dai burattinai, e che sanno attorniarsi da nullità assolute. Ma non basta. La tragedia è più profonda ancora. Per quanto un politico possa essere una nullità assoluta, non può essere demente totale. Pertanto, non può non capire che certe sue affermazioni sono demenziali e ridicole o perlomeno gravemente contraddittorie. E allora perché le dice? È masochista? Ecco il vero vulnus. Vi possono essere due spiegazioni, una certissima, l’altra ipotetica ma non per questo impossibile (anzi). Quella certissima è molto pratica: loro sanno che la massa degli italiani inchiodati al telecomando è ormai talmente decerebrata da decenni di edonismo materialistico e soprattutto dal lavaggio del cervello quotidiano ricevuto per tutta la vita dai banchi di scuola, dell’università, dai quotidiani, dal cinema, dalla televisione, dai talk-show, dai politici, e da tutto il genialissimo quanto formidabile e irresistibile sistema di controllo intellettivo e psicologico delle masse, che possono dire tutto quello che vogliono, che tanto tale massa continuerà a votarli, riempendosi di parole vuote come democrazia, diritti, ecc. ecc. Insomma, sanno che lo stipendio favoloso di parlamentari non lo perdono. L’altra, è più inquietante: forse, tutti costoro, tra una banana e un’ondulazione, sono costretti a dire e a fare ciò che gli viene detto di dire e fare. Da marionette, i politici potrebbero essere diventati, con l’affermazione della finanza sinarchica, schiavi. E qui mi taccio. In conclusione, al popolo italiano non cambia nulla. La dittatura avanza, con il suo burocrate efficentista, che non guarda in faccia a nessuno, perché deve eseguire gli ordini a sua volta ricevuti. Magari anche lui, come dire, senza libertà di scelta… Vedremo se le domande inquietanti che iniziano a girare nel mondo su quanto sta accadendo in Italia, avranno un piccolo peso o meno. Ma la vera sfida, dinanzi agli italiani che stanno aprendo gli occhi e li apriranno sempre più, rimane a nostra opinione un’altra: quella della Forze dell’Ordine che hanno dignità, coscienza, onore. Picchiatori da un lato, pronti a tutto contro la gente pacifica e inerme (donne e bambini compresi), esponenti veri del vero ordine che fraternizzano, si tolgono i caschi, portano la colazione ai manifestanti per la libertà, si dolgono pubblicamente per quanto sta avvenendo. Non tutto è perduto, dobbiamo resistere, reagire, perché anche loro, i veri esponenti delle Forze dell’Ordine, sono cittadini e padri di famiglia come noi. I primi, quelli del Deep Order, servono i draghi funzionalisti, gli altri la patria e gli italiani. Noi dobbiamo resistere ai primi e sostenere i secondi, soprattutto nella consapevolezza che fidarsi ancora dei politici – nessuno escluso – è suicidio e disonore. Ma per capire bene questo occorre ripartire dai fondamentali della buona Politica e della conoscenza dell’Ordine del creato, del Bene, del Giusto. Dobbiamo, ovvero, tornare a scuola con umiltà, pazienza e fiducia in quegli intellettuali liberi e coraggiosi che pagano ogni giorno il non essersi piegati ai draghi e alle loro nullità serventi. Oggi, di questi intellettuali, non pochi dei quali si mettono a rischio personale (come avviene in ogni dittatura) ve ne sono: perché quando la notte è più buia, arriva sempre un primissimo segno della Luce. L’arrivo del Drago svela inganni e ingannatori, a tutti i livelli e in tutti gli ambienti, almeno per le persone ancora libere e intelligenti. È l’ora di unire i cuori, come sta avvenendo a Trieste. Ognuno con il suo ruolo, correndo i propri pericoli, con il proprio sacrificio: non dobbiamo fare tutti le stesse cose, ma dobbiamo fare tutti il nostro compito in questo esercito che combatte per la salvezza dell'Italia e dell'uomo in quanto uomo, come Dio lo ha voluto. E tutti dobbiamo essere pronti a sostenere chi reagisce e combatte per la libertà di tutti. (MV)