Martedì 14 Maggio 2024

13:36:27

LE DEBOLI TESI DEI CATTOLICI ANTI COMPLOTTO

Di Alfredo De Matteo Malgrado la dittatura sanitaria si faccia via via sempre più evidente, una parte del mondo cattolico tradizionale si ostina a far finta di nulla o peggio ad attaccare chi invece la denuncia, unendosi sostanzialmente al coro censorio pressoché unanime dell'opinione pubblica. Del resto, come scrive il prof. Massimo Viglione nella sua pagina facebook, “Durante la Rivoluzione Protestante, Lutero e soci tacitavano coloro che li inchiodavano ai loro errori definendoli 'papisti'. Accusa che sempre costava l'emarginazione e il carcere, spesso la vita. Durante l'Illuminismo, il ridicolo copriva chi non si allineava al pensiero dominante con l'accusa di 'superstizione'. Durante la Rivoluzione Francese, l'accusa che mandava direttamente alla ghigliottina era quella di 'controrivoluzionario'. Durante l'invasione napoleonica o quella piemontese del meridione italiano, l'accusa che ti faceva fucilare seduta stante era quella di 'brigante'. Nelle varie rivoluzioni comuniste, l'accusa che ti mandava nei gulag o nei lao-gai era quella di 'revisionista' o 'borghese'. Durante il Sessantotto (e giù fino a oggi), le accuse che ti ghettizzavano erano molteplici: retrogrado, conformista, fascista, oscurantista, e poi maschilista, razzista, e poi sessista, omofobo, e quindi sovranista, ecc. Da sempre la Rivoluzione anticristiana e antiumana utilizza la calunnia sintetizzata in una parola per distruggere, spesso anche fisicamente, chi si pone contro il suo cammino. Per annientare nella psiche degli individui ogni residuo di libertà intellettiva e morale. Dal marzo 2020, ovvero nell'ultima fase del processo rivoluzionario, quella antropologica e sanitaria, l'accusa per l'uccisione di ogni libera critica è tornata ad essere solo una: 'complottista'. Solo che questa volta è usata anzitutto da coloro che dovrebbero essere contro la Rivoluzione. L'apoteosi finale”. In questa sede cercheremo di analizzare criticamente le principali obiezioni che vengono avanzate da una parte del mondo cattolico tradizionale ai teorici del complotto sul coronavirus. Obiezione. 1) Premesso che le forze occulte cercano di sfruttare a loro vantaggio la situazione di emergenza in cui si trova l'umanità e che nella storia non si devono escludere i complotti, va ricordato che, come insegna l'autentica filosofia cattolica della storia, nello studio dei fatti il realismo non è un optional bensì un fondamento da cui non si può prescindere. Risposta. Dunque, le forze segrete esistono e tramano contro l'umanità. Dov'è quindi l'errore in cui incorrerebbero i fautori del complotto sul coronavirus? Dobbiamo inevitabilmente dedurre che esso risiederebbe sostanzialmente nel sostenere tesi che non possono essere provate in modo inconfutabile. Tuttavia, è logico ritenere che, essendo appunto segrete, le forze che agiscono nella storia mirano a rimanere nell'ombra, al fine di tessere con maggiore efficacia le loro trame. Del resto, la tattica del demonio è proprio quella di nascondersi allo scopo di agire indisturbato. Pertanto, la pretesa di ritenere valida la tesi circa l'esistenza di una congiura anticristiana solo se essa è suffragata da accurate documentazioni, somiglia più ad un pretesto per giustificare un certo immobilismo piuttosto che ad un onesto richiamo al realismo cristiano. Chi c'è, ad esempio, dietro la congiura anticristiana dell'ecologismo, dell'animalismo o dell'omosessualismo? Si è in grado di stilare l'elenco completo dei nomi degli attori coinvolti e determinare il loro livello di coinvolgimento? Quali prove inconfutabili è possibile portare a dimostrazione del fatto che dietro la difesa dell'ambiente, degli animali o dei presunti diritti degli omosessuali si celi una precisa manovra anticristiana? La mancanza di prove “certe e inconfutabili” ha mai impedito al mondo cattolico di denunciare i complotti? Pare proprio di no. Eppure, nel caso del coronavirus le manovre della rivoluzione non possono essere svelate né analizzate, pena la rinuncia all'uso corretto della ragione. Per di più, se non c'è dubbio che le forze rivoluzionarie cerchino di sfruttare a loro vantaggio la (presunta) situazione di emergenza in cui si trova l'umanità, perché i detrattori della tesi del complotto si guardano bene dallo specificare in che modo tali forze ne stiano approfittando e soprattutto dal portare prove inconfutabili a riguardo? Omettendo di farlo, non finiscono anche costoro per auto includersi nella schiera di coloro i quali, secondo il loro giudizio, tendono a usare l'immaginazione a scapito della ragione?
Obiezione. 2) Occorre diffidare dei falsi maestri che pretendono di spiegare quanto accade senza la luce della fede, oppure di coloro i quali coniugano idee e espressioni tipiche di un certo modernismo teologico con le tesi complottiste. Risposta. Non si tratta di assurgere al ruolo di maestri persone più o meno lontane da una visione cattolica ortodossa, ma di annoverarle tra coloro che, in questo momento, possono contribuire alla causa. Ad ogni modo, alcuni intellettuali cattolici sembrano voler dimostrare la scarsa affidabilità della teoria del complotto attaccando i bersagli facili, ossia i complottisti eterodossi o presunti tali. Eppure, personaggi di grande caratura spirituale, intellettuale e morale hanno svelato con estrema chiarezza e lucidità di analisi i piani perversi delle élite mondialiste. Su tutti monsignor Viganò e monsignor Schneider, ma anche intellettuali cattolici di grande spessore nonché giornalisti di indiscusso valore. Anche costoro ricorrono all'immaginazione per spiegare ciò che sta accadendo? Anche costoro fanno un cattivo uso della ragione? Per carità, tutti possono sbagliare, per di più su questioni che non sono, in senso stretto, materia di fede o di morale. Tuttavia, il fatto che intelletti di tal guisa portino avanti con decisione e raziocinio la tesi della trama rivoluzionaria sul coronavirus dovrebbe indurre qualcuno a più prudenti giudizi. Obiezione. 3) Il complotto è ordito da una minoranza di persone. E' dunque irragionevole supporre che migliaia di medici, infermieri e politici si prestino consapevolmente al gioco delle lobby rivoluzionarie; la risposta alla pandemia di covid-19 è stata pressoché la stessa in tutti i paesi del mondo e ciò inficia alla radice la tesi del complotto. Risposta. E' evidente che la Rivoluzione ha bisogno del coinvolgimento di buona parte della società civile per raggiungere i suoi obiettivi, per mettere in atto i suoi piani. Essa tende ad insinuarsi in tutti gli ambiti, dalla scuola alla politica, dalla filosofia alla religione, con l'obiettivo di spargere i suoi errori diffusamente e in modo capillare. Inoltre, per mezzo della tecnologia è possibile veicolare notizie (vere e false), immagini e suggestioni simultaneamente in ogni parte del mondo, grazie all'asservimento dei media. Lo spauracchio di un virus mortale, o presunto tale, ha rappresentato l'escamotage utilizzato dalla Rivoluzione per innescare un processo perverso di decostruzione del reale in cui quel che conta non è appunto la realtà bensì la sua rappresentazione. In tal modo, tutte le componenti della società civile sono state indotte, più o meno inconsapevolmente, a “recitare” un canovaccio prestabilito. C'è anche da aggiungere che la classe medica è abituata ormai da decenni ad applicare in maniera rigida protocolli di cura e di intervento che le vengono imposti. La morte cerebrale, ad esempio, è un criterio di accertamento della morte che è stato letteralmente creato a tavolino dalle lobby interessate ad alimentare l'industria dei trapianti di organi vitali nonché a dare una certa giustificazione medico-scientifica all'eutanasia dei malati, senza che esso abbia alcun fondamento né medico né scientifico. Eppure, da oltre cinquant'anni tale criterio viene acriticamente applicato in tutti gli ospedali del mondo con il coinvolgimento di centinaia di migliaia di medici, infermieri, chirurghi e operatori sanitari. Il coinvolgimento della politica e delle categorie professionali nei crimini contro la vita mostra chiaramente come esse possano diventare, più o meno consapevolmente, la longa manus della Rivoluzione. Non dobbiamo dimenticare infatti che (probabilmente) migliaia di morti attribuiti al coronavirus sono stati provocati dall'attuazione di protocolli di cura errati e dell'assurdo divieto di effettuare autopsie ai cadaveri; e che solo il coraggio di un manipolo di medici disobbedienti ha permesso di scoprire la vera causa della morte di molti pazienti e di modificare, almeno in parte, i protocolli di cura imposti “dall'alto”. Obiezione. 4) Coloro che contestano e rigettano ogni forma di protezione dal virus (mascherine, limitazioni delle libertà individuali, distanziamento sociale ecc.) si guardano bene dal proporre misure alternative. Risposta. L'assunto implicito in tale contestazione è che ci troviamo dinanzi ad una reale emergenza sanitaria dalle proporzioni bibliche e che le misure anti contagio adottate dai governi siano ragionevoli e realmente efficaci. In realtà, i numeri di questa presunta pandemia dimostrano senza ombra di dubbio che la minaccia rappresentata dal virus sia stata enormemente sovra dimensionata (è sufficiente fare un paragone con le epidemie del secolo scorso per rendersene conto) Per quel che concerne le misure di contenimento esse si sono dimostrate, come era ampiamente prevedibile, perlopiù inefficaci e dannose. Su tutte il famigerato lockdown: vi sono paesi come la Svezia che non l'hanno attuato eppure vantano una situazione sanitaria addirittura migliore di molte altre nazioni che invece l'hanno applicato (malgrado i media mainstream cerchino costantemente di screditare il modello svedese a dispetto dell'evidenza dei fatti). Ma il caso più eclatante è l'Argentina: il paese sudamericano è appena uscito da un lockdown durato otto mesi che ha devastato la sua economia e ridotto la popolazione alla fame. Eppure l'argentina è uno dei paesi col maggior numero di morti in relazione al numero dei suoi abitanti. Del resto, è ridicolo pensare che nel 2020 le uniche armi che abbiamo a disposizione per difenderci da un virus nemmeno troppo aggressivo siano le mascherine (di dubbia utilità, soprattutto se indossate all'aperto), i distanziamenti e le chiusure di interi paesi con conseguente distruzione delle loro economie. Come non rendersi conto che tutte questi provvedimenti non rappresentano il tentativo di contenere la diffusione del virus bensì gli strumenti atti a raggiungere i perversi obiettivi delle élite rivoluzionarie? Come non rendersi conto del radicale cambiamento che è stato artificiosamente indotto nelle persone e nei rapporti umani (transumanesimo)? Non rappresenta forse il sogno della Rivoluzione trasformare l'individuo in una monade isolata anche rispetto alla sua famiglia?
In ogni caso, anche qualora ci trovassimo di fronte ad una catastrofe umanitaria di enormi proporzioni nulla giustificherebbe l'adozione di misure che tendono a ridurre la popolazione in una condizione di semi schiavitù e a tempo indeterminato. In realtà, l'unico provvedimento che avrebbe avuto senso adottare sarebbe stato quello di investire sul sistema sanitario. Quasi nessun paese si è adoperato seriamente in tal senso, preferendo porre in atto misure lesive della libertà dei cittadini (violando impunemente i rispettivi dettati costituzionali) piuttosto che investire risorse sulla prevenzione. A dimostrazione del fatto che la politica in generale tende a seguire un'agenda precostituita in cui i vari step di intervento sono studiati per raggiungere uno degli obiettivi principali delle forze anticristiane, ossia il “grande reset”. Obiezione. 5)L'ipotesi del complotto rivoluzionario non è credibile perché la principale vittima del covid-19 è l'ordine geopolitico fondato sulla globalizzazione e sulla sua ideologia. In sostanza, la pandemia ha abbattuto in un solo colpo il sistema politico, fondato sulla democrazia parlamentare, quello economico, basato sul capitalismo di mercato, infine quello ideologico, fondato sui diritti dell'individuo, ossia i pilastri cui da tempo poggiava il governo mondiale. Risposta. Nel famoso saggio “Rivoluzione e Contro-Rivoluzione” Plinio Correa de Oliveira scrive:”il processo rivoluzionario è lo sviluppo per tappe di alcune tendenze sregolate dell'uomo occidentale e cristiano, e degli errori nati da esse. In ogni tappa queste tendenze ed errori hanno un aspetto particolare. La Rivoluzione subisce, dunque, continue metamorfosi nel corso della storia (...) La Rivoluzione, quindi, si serve delle sue metamorfosi non solo per avanzare, ma anche per operare quelle ritirate tattiche che così frequentemente le sono state necessarie”. Dunque, non solo i periodi di apparenti ritirate sono in realtà tempi di fermentazione rivoluzionaria profonda, ma l'attitudine camaleontica insita nella Rivoluzione consente alla stessa di abbandonare parzialmente o totalmente alcune delle sue conquiste per ottenerne di nuove. Sicché, se il coronavirus ha segnato la fine del sistema democratico, del capitalismo di mercato e dell'ideologia dei diritti, esso potrebbe però aver raggiunto una nuova sintesi, una sorta di dittatura globale liberal-comunista. Se il covid-19 potrebbe aver messo definitivamente in crisi le istituzioni europee, esso potrebbe avere altresì favorito l'instaurazione di un nuovo governo mondiale. Infine, una piccola nota sul castigo divino. Non c'è alcun dubbio che tutto ciò che accade, accade per volontà di Dio e che Egli castiga l'umanità allo scopo di farla riflettere sulla sua colpa e sul disordine delle sue azioni. Ma tale verità non porta ad escludere la regia della Rivoluzione in questa presunta pandemia di coronavirus. Anzi, il fatto che gli eventi stiano precipitando e che i popoli della terra si trovino sempre più in balia del principe di questo mondo rappresenta esso stesso una punizione. Tuttavia, sebbene l'uomo in generale stia raccogliendo i frutti della sua dabbenaggine e della sua incredulità, ciò non ci esime dal contrastare e denunciare con coraggio le trame della Rivoluzione.